C’era una volta l’ATS

Automobili Turismo e Sport, perchè FPEAC, ovvero “Faremo pentire Enzo di Averci cacciato” suona brutto. L’origine del marchio è dovuta al forte carattere del Commendatore e dall’importanza della famiglia sopra ogni cosa, anche il lavoro.

Dopo la morte del figlio Dino, la signora Laura Ferrari cominciava ad avere un comportamento…”invasivo” all’interno dell’azienda, il che pian piano cominciava a irritare i tecnici. Stufi di dover lavorare con la moglie di Enzo tra i piedi, 8 di loro decidono di scrivere una lettera di lamentela per allontanarla dalla pista e dalla fabbrica. Non si trattava di dipendenti comuni, erano dirigenti e direttori che nel tempo si sono conquistati la fiducia di Enzo, sapevano che sua moglie aveva dei problemi, ma invece di dirgli in faccia, affrontare i loro problemi, nell’ottobre del 1961 hanno scelto di scrivere la lettera. Il risultato? Licenziati. A sangue freddo, tutti e 8, subito rimpiazzati. Quando uno di loro, Romolo Tavoni, andò a chiedere più spiegazioni da Enzo, egli rispose “ho deciso di fare generali i caporali, perché di voi generali che non sapete fare i generali non ho più bisogno. Grazie ed arrivederci.” Questo avvenimento passò alla storia come la “rivoluzione di palazzo”. Ferrari non ne ha mai voluto rivelare i veri motivi di quanto è accaduto.

Fu così che nel 1962 Giotto Bizzarrini (ex responsabile sperimentazione prototipi, “padre” della 250 GTO), Carlo Chiti ( ex ingegnere F1, voleva detenere il monopolio degli spoiler) e il precedentemente citato Tavoni ( ex direttore sportivo) con l’aiuto finanziario di Conte Giovanni Volpi fondarono a Bologna la ATS, ponendosi come obiettivo la diretta rivalità, in pista, con l’ex datore di lavoro. Dopo un anno e mezzo passato a progettare e sviluppare la monoposto, la Tipo 100 debuttò alla seconda gara del mondiale 1963. Il propulsore progettato da Chiti era un V8 da 1.5 litri capace di erogare 190 CV a 10000 giri/min, il telaio era molto compatto e situato molto in basso. Inoltre, la ridotta superficie frontale, assieme alla poca massa da muovere rendevano questa monoposto competitiva, in teoria. Guidate da Phil Hill (campione del mondo 1961 al volante della Ferrari) e Giancarlo Baghetti (anch’esso ex pilota del Cavallino) purtroppo non sono riusciti minimamente ad imporsi sugli altri. Dopo 6 gare, tensioni interne che portarono alla perdita degli sponsor (tra cui lo stesso Volpi), problemi finanziari e meccanici i due piloti finirono soltanto il Gran Premio d’Italia, piazzandosi all’11 e 15 posto. Alla fine della stagione la scuderia fallì con la stessa velocità di com’è nata, e guardacaso è stata acquistata dal Conte, che fondò la scuderia Serenissima.

Però, durante la corta, ma intensa vita dell’azienda i tre sono riusciti a produrre un’auto stradale, costruita per lo stesso motivo della monoposto. Sempre nel 1963, al salone di Ginevra debutta la 2500 GT e GTS, una sportiva futuristica sia dal punto di vista meccanico che stilistico. Progettata da Chiti e Bizzarrini, montava un V8 da 2.5 litri capace di 210 CV in posizione centrale (la leggenda narra che si tratta della prima auto con il motore situato in questo modo), la carrozzeria è stata disegnata da Franco Scaglione e assemblata da Allemano. La GTS, invece, era una versione alleggerita a 750 kg e potenziata a 245 CV. Durante la rassegna ottenne molti consensi del pubblico, ma pur essendo un’auto molto all’avanguardia e fonte di ispirazione per molti sono stati costruiti solo 12 esemplari della 2500GT, oggi molti apprezzati dai collezionisti di tutto il mondo. Il motivo per cui ne hanno costruite così poche sembra essere lo stesso della monoposto, mancavano i fondi, ma secondo me ha anche contribuito il fatto che nello stesso posto è stato presente un altro marchio che aveva intenzione di “dar filo da torcere” alla Ferrari, ovvero la Lamborghini con la sua 350 GT  (tra l’altro possiamo notare che due persone che hanno sviluppato al 2500 GT hanno collaborato anche nella realizzazione della Lamborghini).

Sfortunatamente, l’azienda che raggruppò in un posto i migliori nomi del mondo automobilistico dell’epoca dovette chiudere i battenti dopo soli due anni di attività. Successivamente Bizzarrini lascia la sua impronta in alcune Iso Rivolta per poi produrre auto che portano il suo nome, ma anche questo dura poco; Carlo Chiti diventa direttore generale dell’Autodelta, portando a molte vittorie nei campionati dedicati a vari prototipi mentre Romolo Tavoni dirigerà l’ufficio dell’ACI. Automobili Turismo e Sport, un’azienda che è stata dimenticata da tutti, ma è un’azienda che durante la sua corta vita ha contribuito a cambiare la storia delle auto sportive, niente era più come prima.

Beh, a dir la verità ci sono stati alcuni tentativi di riportare in vita l’ATS nel mondo delle corse con con la Sport1000, ed alcuni anni fa è rinata per costruire auto dalla tiratura limitata, talmente limitata che solo i clienti sanno che esistono esemplari diversi da quelli presentati al mondo, ovvero la ATS Leggera e la nuova interpretazione della 2500 GT.